Stereòtipo: la speranza per un futuro migliore

Nei mesi scorsi, Regione Lombardia, ha indetto un concorso per giovani di età compresa tra 18 e 34 anni che vivono in Lombardia.

Per partecipare era necessario presentare un video di due minuti, che descriveva idee e prospettive future sul tema “Lombardia 2030. Il futuro ha la tua voce” nelle tematiche quali: inclusione sociale, gender gap, sviluppo occupazionale, formazione, innovazione, sostenibilità.

Un Nucleo di valutazione, composto da rappresentanti della Direzione Generale Sviluppo Città Metropolitana, Giovani e Comunicazione, ha valutato e suddiviso i video per ogni categoria di partecipanti:

18 – 24 anni;

25 – 29 anni;

30 – 34 anni.

POY – Point of Youth (nello specifico Carlotta Emma Bergamasco, Chiara Turati e Miriana Zanca) ha accolto la sfida, ideando un cortometraggio dal titolo “Stereòtipo”. La realizzazione del video è stata a cura di Letizia Castellano, una videomaker che ha sposato i valori del video.

L’idea dietro al video

Come giovani donne si sono interrogate su quale fosse l’ostacolo più grande nella società di oggi.

Lo stereotipo e di conseguenza il pregiudizio che ne deriva, soprattutto in ambito lavorativo, sono per loro le barriere più grandiLo stereotipo è definito come “espressione, motto, detto proverbiale o singola parola nella quale si riflettono pregiudizi e opinioni negative con riferimento a gruppi sociali, etnici o professionali.”

Alcuni stereotipi sociali sono meno impattanti: non producono, cioè, atteggiamenti ostili, anche se, possono in qualche modo, ostacolare i contatti fra le persone e generare forme di antipatia; altri, invece, soprattutto se associati a fattori emotivi o sociali, alimentano pregiudizi negativi che possono portare a vere e proprie forme di discriminazione e di conflitto.

Non importa quante competenze una persona possieda o l’esperienza che ha maturato, si incontreranno sempre persone che penseranno che se sei una donna probabilmente non potrai fare determinati lavori. O che se li fai, non sarai mai brava quanto un uomo.

Se sei una persona con disabilità, quasi sicuramente sarai un peso per la società e, gli sguardi che riceverai, porteranno con sé pena e afflizione.

Se a livello estetico non rispecchi i canoni “tradizionali”, verrai giudicato come strano e poco affidabile.

Il nostro obiettivo

Le nuove generazioni hanno bisogno di una società più aperta ed inclusiva, che lasci spazio a persone che si distinguono per competenza e abilità senza venire preclusi per etnia, religione, sesso o aspetto fisico.
Il progetto presentato si fonda sull’idea e sulla speranza che nel 2030 non esisterà più il concetto di stereotipo.

Abbiamo presentato il cortometraggio nella categoria 25-29 anni e si è classificato primo!

Per questo traguardo vogliamo ringraziare per il prezioso aiuto:

Valeria Ronchi, Omer Bila Ibouanga, Davide Castellano, Anffas NordMilano, Spazio COFÒ di Cinisello Balsamo, Poliambulatori Consorzio Il Sole e l’officina Sv Racing di Bartucci Savino.

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